
Il Riccio
"de ericiis"
euro 450,00


scatola chiusa
scatola aperta
Il “Physiologus” ( sec. II-IV d.C.) dice: il riccio ha le sembianze di un porcellino da latte. È esternamente tutto spinoso, ma nel tempo delle vendemmie va nella vigna, e quando vede l’uva buona, sale sopra la vite e stacca quell’uva, così che cadano tutti gli acini in terra. Quindi scende e vi si rotola sopra, così che tutti gli acini si conficcano nei suoi aculei: in questa maniera porta il cibo ai suoi figli.
Tu, uomo di Dio, custodisci diligentemente la tua vigna e tutti i suoi frutti spirituali, e il pensiero ed il godimento dei beni temporali non ti occupi, affinché lo spinoso diavolo, disperdendo ogni tuo frutto spirituale, li infili nei suoi aculei, e la tua anima diventi nuda, vuota e senza valore, così come lo è il tralcio di vite senza frutto. Dopo ciò griderai per il perdono: «Non ho custodito la mia vigna», così come è detto nel Cantico dei Cantici. Quindi il “Physiologus” ha paragonato e collegato con congruenze le nature degli animali con i significati degli scritti spirituali.
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Dipinto su pergamena, con tempera all’uovo e fogli d’oro, è copia della miniatura rappresentante il “RICCIO”, contenuta nel “The Aberdeen Bestiary”, folio 24r.
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Il testo del “The Aberdeen Bestiary” dice: De ericiis:
Ericius animal ex spinis coopertum. Quod exinde dicitur nominatum, eo quod subrigit se quando spinis suis clauditur, quibus undique protectus est contra insidias. Nam statim ut aliquid presenserit, primum se subrigit atque in globum conversus in sua se arma recolligit. Huius prudentia quedam est, nam dum absciderit uuam derute, sese volutat supinus super eam, et sic exhibet natis suis. Dicitur etiam echinus. Idemque echinus futuri providus geminas sibi respirandi vias munit ut quando boream flaturum collegerit, septemtrionalem obstruat, quando nothum cognoverit detegere aeris nebulam ad septemtrionalem se conferat ut flatus declinet obvios et regione nocituros.
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